Casa > Attacco iraniano a Erbil
Il 13 marzo, l'Iran ha bombardato Erbil, una grande città nel nord-est dell'Iraq abitata principalmente dalla popolazione curda del Paese. Teheran ha rivendicato la responsabilità degli attacchi, che hanno colpito infrastrutture che le Guardie rivoluzionarie sostengono essere complessi di addestramento israeliani, ma anche centri strategici.
Si tratta quindi di una rivalità, di un'inimicizia antica, profondamente radicata nella coscienza e che riecheggia nella nostra situazione attuale. Dal 2012, Israele ha effettuato numerosi raid aerei contro la Siria. Queste tensioni - il cui legame potrebbe essere facilmente intrecciato tra gli sforzi degli Stati Uniti e di Tel Aviv per destabilizzare il regime siriano di Bashar El-Assad e la recente guerra civile subita dalla società siriana - hanno portato a un aumento del numero di interventi israeliani contro la Siria, aiutati dall'Iran.
Il 7 marzo 2022 Israele ha bombardato i sobborghi di Damasco, uccidendo due persone. Un piccolo tributo ma un'azione belligerante che non ha altro scopo che la determinazione ebraica a deporre il leader siriano. La ragione di tale volontà va ricercata nelle particolari relazioni esistenti tra Damasco e Teheran, entrambe sedi di Paesi a maggioranza sciita, entrambe contrarie al dominio di Israele in Medio Oriente.
In risposta agli attacchi vicino a Damasco, che Tel Aviv dice di aver effettuato contro le forze iraniane, i Pasdaran, l'Iran ha bombardato la città di Erbil, nel Kurdistan iracheno, usando come pretesto la presenza di complessi militari statunitensi e israeliani. Washington e lo Stato ebraico hanno immediatamente negato la presenza di basi di loro proprietà, sottolineando che in città è presente solo un consolato statunitense. Sono state imposte nuove sanzioni a Teheran.
Tuttavia, poiché l'Iran fa parte dell'alleanza economica, militare ed energetica sino-russa, le sanzioni imposte al paese hanno sempre meno effetto, tranne che sul versante europeo. In effetti, le posizioni europee sono poco chiare, con alcuni Paesi come Francia, Germania e Italia che cercano di mantenere la loro quota di mercato nel Paese, ma rimangono timidi, diventando partner commerciali e diplomatici incerti non appena gli Stati Uniti li richiamano all'ordine.
Nel contesto della guerra della Russia meridionale contro l'Ucraina, in cui i territori del Donbass, cioè le regioni russofone di Donetsk e Luhansk, sono la questione principale, l'Iran si è schierato con la Russia, in attesa che la Cina prenda posizione. Con la situazione nella regione che aveva la precedenza su tutte le altre crisi del momento, Israele ha approfittato di questa finestra di opportunità per attaccare le forze iraniane in Siria, cercando di destabilizzare ulteriormente il regime di El-Assad. Gli attacchi lanciati dalle forze rivoluzionarie iraniane dai territori vicini all'Iraq sono un messaggio a Israele, agli Stati Uniti e al resto dell'Occidente; Teheran resta pronta a difendere i suoi interessi, quelli dei suoi alleati, ma soprattutto a realizzare il suo progetto di potenza nella regione, volendo contrastare i desideri di Tel Aviv.
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